Spettacolo di tradizione emiliana,
riscritta in due atti
da Romano Danielli che ne
cura anche la regia.
con Romano Danielli, Marco Iaboli, William Melloni,
Grazia Punginelli, Riccardo Pazzaglia e Mattia Zecchi (4 compagnie di burattinai)
Commedia che i burattinai hanno inserito nel repertorio delle teste di legno, traendone spunto da racconti popolari in versione di poema in ottava rima, che nell’ ottocento ebbe gran popolarità per merito dei cantastorie che ne narravano la vicenda in strada e per mercati. Il
fantasioso racconto è ispirato da una vicenda probabilmente accaduta nel quattordicesimo secolo, che la fantasia popolare ha piegato alla propria irriverente creatività. La trama è misteriosa e comica nello stesso tempo: Ginevra, morta in seguito ad una lite familiare, è tumulata con tutte le sue gioie. I servi: (Fagiolino e Sganapino), attratti dalla ricchezza sepolta, ne profanano la tomba. Il deprecabile gesto dei due birbanti è però creduto segno della benevolenza del cielo, perché la nobildonna non era morta, ma semplicemente caduta in catalessi. Ginevra potrà così uscire dalla tomba e recarsi a chiedere perdono al marito per ricostruire un matrimonio compromesso dal suo bizzarro comportamento. Tutto finisce bene, con paure e bastonate, come sempre avviene nel teatro dei burattini.
Dopo lo spettacolo Merenda in Compagnia
in collaborazione con