Gli stornelli intellettuali per Laura Betti
Testi e musiche di Pasolini, Flaiano, Fo, Moravia, Arbasino, Mauri, Soldati, Fortini, Parise, Cederna, Bassani
canto e voce recitante Elena Pau
pianoforte Alessandro Nidi
costumi Salvatore Aresu
supporto ai movimenti scenici Simonetta Pusceddu
direzione musicale Alessandro Nidi
regia Marco Parodi
A sugellare le celebrazioni dedicate a Laura Betti, che con questo percorso speriamo sia entrata a pieno titolo nella memoria storica di Casalecchio di Reno Giro a vuoto – Gli stornelli intellettuali per Laura Betti in cui Elena Pau, sotto la guida del regista Marco Parodi e accompagnata al pianoforte dal maestro Alessandro Nidi fa rivivere l’attrice casalecchiese.
Uno spettacolo, anzi un concerto spettacolo direttamente ispirato al cabaret-letterario messo in scena da Laura Betti agli inizi degli anni ’60 dopo aver chiesto i testi per le canzoni ai maggiori intellettuali dell’epoca. Folletto in calzamaglia nera e caschetto di capelli biondo cenere, appoggiata al pianoforte, invitava gli spettatori a “giocare” con gli autori del momento – Pasolini, Flaiano, Moravia, Arbasino, Fabio Mauri, Mario Soldati, Franco Fortini, Goffredo Parise, Camilla Cederna, Giorgio Bassani, messi in musica da compositori come Fiorenzo Carpi, Gino Negri, Franco Nebbia, Piero Umiliani, Luciano Chailly, Piero Piccioni e portati in scena con la regia di Filippo Crivelli.
Questa nuova versione di Giro a vuoto prova a ricollocare al giusto posto un frammento della nostra cultura musicale, ancora di straordinaria attualità, aprendo squarci di riflessione sul nostro mondo . Sotto la guida del regista Parodi la Pau ci restituisce una prova a tutto campo, partendo dal canto per arrivare alla recitazione, in un continuo fluire di forme artistiche che connotano questa proposta con un cifra stilistica degna dell’irriverenza e del genio di Laura Betti, artista poliedrica, e scabrosa, musa di Pasolini e ispiratrice degli stornelli intellettuali che i più grandi autori dell’epoca scrissero appositamente per lei agli inizi degli anni ’60, negli anni del boom economico che oltre al benessere si portava dietro tutte le contraddizioni di un’Italia così poco omogenea. Sotto questa luce “Giro a vuoto” rappresenta un’occasione rara e preziosa per capire come si viveva in quegli anni: dagli inizi degli anni sessanta fino alla morte di Pasolini.
Alle ore 18, nel foyer del teatro, lo spettacolo sarà preceduto dall’ incontro Io son una (che vivere sa) con Filippo Crivelli che insieme a Claudio Cumani e ripercorrerà quei giorni all’inizio degli anni ’60 e il processo di creazione di quel lavoro.
Leave A Reply