Lo smarrimento del lockdown, le riflessioni sul teatro e la sua funzione, le scuole, la città, i cittadini.
Il 2020 ci ha sbalzati in una dimensione che non potevamo neanche immaginare, facendoci sentire parte di un mondo che ha cambiato il nostro modo di vivere, di lavorare, di pensarci in relazione agli altri. Ci ha imposto la distanza portandoci a riflettere sulla vicinanza, ci ha chiusi in casa ma ci ha connessi come mai prima d’ora, ci ha prescritto regole e limitazioni da cui forse nasceranno nuove invenzioni, ci ha obbligati a ripensare all’economia, al clima, al futuro.
Il tutto e le sue parti è stato il motto che il Teatro Comunale Laura Betti ha scelto per raccontarsi in un anno così complesso, in cui ciò che il teatro sta sperimentando maggiormente è una nuova capacità di stare dentro le cose, imparando a modificare se stesso e a cambiare in base all’andamento del contagio e alle regole che questo impone. Se il tutto è più della somma delle parti, il Teatro Laura Betti riparte dalla consapevolezza di essere parte di un sistema complesso in cui giocare la sua, di parte.
Nel manifesto della Stagione 2020/21, che ATER Fondazione non è riuscita a presentare ma che sta ri-declinando in una versione on line in cui a spettacoli in streaming si alterneranno laboratori, webinair e incontri partecipati, è racchiuso il senso di incompiutezza e di precarietà di un anno che ha interrotto il normale flusso del tempo, ma anche la tenacia e la caparbietà di chi non ha mai smesso di andare avanti, anche a porte chiuse e a distanza. Il Teatro Comunale Laura Betti c’è, ha solo ripreso fiato per riorganizzarsi dopo il DPCM e si augura di incontrare il suo pubblico presto, con la nuova stagione on line e in attesa di vedersi dal vivo.