Uno straniamento brecthiano
recita straordinaria dal progetto
Carissimi Padri…
almanacchi della “Grande Pace” (1900-1915)
regia Claudio Longhi
assistente alla regia Giacomo Pedini
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo
alla fisarmonica Olimpia Greco
A chiosa della riflessione, condotta in seno a Carissimi Padri… Almanacchi della Grande Pace (1900-1915), intorno alle ragioni/follie che condussero cento anni fa la politica e la società europea quasi sul ciglio dell’autodistruzione, una mise en espace per esplorare ed esperire – con l’ironia corrosiva propria del teatro epico brechtiano – gli implacabili (e talvolta micidiali) meccanismi della dialettica, nelle sue più lucide (e spietate) applicazioni al campo degli umani conflitti.
Sulla scia del ciclo di lezioni-spettacolo Teatro della Storia vs Storia del teatro, e “travestendo” in chiave Grande Guerra il dramma didattico Gli Orazi e i Curiazi di Bertolt Brecht (brillante esercitazione teatrale e politica immaginata nel 1934 dal celebre drammaturgo di Augusta per attori/spettatori-studenti), la mise en espace «Molte cose sono in una cosa» intende ripartire dalla leggenda antica dei tre campioni di Roma opposti ai tre avversari della città di Albalonga per tentare di meglio mettere a fuoco (straniandole opportunamente) le tremende conseguenze di ogni fascinazione bellica: quelle patite dai nostri Carissimi Padri… di inizio Novecento, forse non troppo diverse, mutatis mutandis, da quelle che, oggi, minacciano noi. Talvolta, infatti, era solito ripetere “il povero B.B.”, guardando le cose di lontano, le si vede decisamente meglio…
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