ll 13 marzo 1987 è una data che rimarrà impressa a fuoco nella storia del movimento operaio italiano: presso i cantieri navali Mecnavi nel porto di Ravenna, in seguito a un incendio sviluppatosi nelle stive, tredici operai muoiono asfissiati dalle esalazioni di acido cianidrico. Molte le cause di quella strage: sistemi di sicurezza inefficaci quando non assenti, inesperienza del personale (tra le tredici vittime, una al suo primo giorno di lavoro), vie di fuga ostruite, incompetenza, sottovalutazione del rischio da parte dei responsabili.
Giacinto De Renzi, insieme ad altri sindacalisti di quella che allora si chiamava Flm, il sindacato unitario dei metalmeccanici, furono gli unici, inascoltati, che denunciarono la deregulation e il pericolo per la sicurezza dei lavoratori in quel settore della cantieristica ormai minato dal subappalto, dal caporalato e da una organizzazione del lavoro a dir poco approssimativa. “Ma nessuno diede mai una risposta al loro grido d’allarme” (da Il costo della vita, Massimo Ferracuti, Einaudi 2014)
Dopo lo spettacolo Il volo, ne parlano
Luigi Dadina
Autore, regista e attore del Teatro delle AlbeCoordina
Tahar Lamri
Autore e attore dello spettacolo
Claudio Visani
Giornalista. All’epoca dei fatti seguì la vicenda e l’inchiesta per conto de L’Unità
Giacinto De Renzi
segretario Fiom-Cgil all’epoca della strage e ora attivista di Legambiente
Modera
Fabio Abagnato
Assessore ai Saperi e alle Nuove Generazioni
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