Scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca
Con Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen
Produzione Compagnia Finzi Pasca
Partner della creazione Caffè Chicco d’Oro, Cornercard, Grand Hotel Villa Castagnola, Sponsor ProHelvetia
Coproduttori Teatro Sociale Bellinzona – Bellinzona Teatro, La Maison de la culture de Nevers et de la Nièvre, L’ Odyssée – scène conventionnée de Perigueux, Città di Lugano, Canton Ticino, Pro Helvetia, Ernst Göhner Stiftung e Sintetica – Partner per la ricerca
Creatori
Daniele Finzi Pasca Autore, regista, co-design luci, coreografie e Firefly Forest
Julie Hamelin Finzi Direttrice di creazione e produttrice
Maria Bonzanigo Musica, sound design e co-design delle coreografie
Hugo Gargiulo Scenografia, accessori e co-design Firefly Forest
Antonio Vergamin Produttore esecutivo e membro del team creativo
Giovanna Buzzi Costumi
Alexis Bowles Co-design luci e Firefly Forest
Roberto Vitalini –bashiba.com Co-design Firefly Forest
Geneviève Dupéré Assistente alla regia
Chiqui Barbé Make-up designer e project manager
Marzio Picchetti Direttore tecnico in tournée
palco del Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno giovedì 4 febbraio alle ore 21.
Da sempre dedito all’ibridazione dei generi, Finzi Pasca prosegue nel suo cammino di sperimentazione, mescolando sapientemente prosa, musica e acrobazie per raccontare la tragicomica storia di Ruggero, una vita fatta di lutti, soprusi e maltrattamenti.
A reggere la scena Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen, rispettivamente di origini brasiliane e olandesi, entrambi chiamati a cimentarsi con monologhi, dialoghi e canzoni in italiano. A Helena spetta il compito di narrare la storia di Ruggero, mentre Goos si offre maldestramente di aiutarla, dando vita ad un esilarante show clownesco dove i drammi del protagonista stridono con l’ilarità causata da Goos e dai suoi disastri sulla scena. Ed è proprio in questi frangenti che emerge l’intento metateatrale dello spettacolo: la frizione tra i drammi di Ruggero e le gag di Goos svelano i meccanismi narrativi che rendono un’opera tragica oppure comica, rendendo lo spettatore consapevole di come tutto sia gioco di messa in scena e di registro, e dunque come ciò che realmente differenzia il tragico dal comico non è il cosa, ma il come.
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