a cura di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
conflagrazioni poetiche Anna Maria Farabbi, Aldo Capitini
partitura musicale Patrizio Barontini
con Anna Maria Farabbi, Antonia Guidotti, Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni
con la partecipazione di Gianni Devani
percussioni Luca Ciriegi
riprese e montaggio Andrea Sangiovanni
riprese e audio Luca Rizzoli
luci e tecnica Gregorio Fiorentini
in collaborazione con ATER Fondazione/Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, Comune di Casalecchio di Reno, Associazione Vittime del Salvemini – 6 dicembre 1990, Casa della Solidarietà Alexander Dubcek
con il contributo di Regione Emilia-Romagna – Memoria del ‘900
On line su Pagina Facebook Teatro Comunale Laura Betti
evento gratuito
Si apre con il Canto abbagliante e recuperante di Archivio Zeta, particolarmente attiva sul piano della ricostruzione delle Memorie del Novecento, la commemorazione per il trentennale delle Vittime del Salvemini.
Era stato pensato come un evento di comunità che avrebbe percorso una marcia collettiva dall’ex scuola, oggi trasformata in Casa della Solidarietà, al teatro, due edifici simbolici che diventano, ogni anno, i luoghi della commemorazione e della memoria di una strage che uccise undici adolescenti. La chiusura per Covid e le conseguenti limitazioni, ci hanno costretto a modificare l’evento, portandolo on line, ma il filo tra i due edifici è al centro del film girato dagli Archivio Zeta per l’occasione.
È nato così Canto abbagliante e recuperante, di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, con la poetessa Anna Maria Farabbi, il percussionista Luca Ciriegi, Antonia Guidotti e la partecipazione straordinaria di Gianni Devani, presidente dell’Ass. Vittime del Salvemini– 6 dicembre 1990
Un’opera che muove dalla crepa lasciata aperta nel muro della scuola, dalla stessa aula che fu invasa dall’aereo in avaria e che oggi ospita l’associazione dei familiari, che ha deciso di trasformare quella ferita in pratiche di solidarietà e di vicinanza alle vittime di altre ingiustizie. Un canto poetico che attraversa idealmente la città fino al teatro, spazio civico della comunità, raccogliendo i pezzi della storia in frammenti poetici illuminanti, grazie alle parole e alla presenza magnetica di Anna Maria Farabbi, una tra le maggiori poetesse italiane, e alla partitura sonora pulviscolare di Patrizio Barontini.
Dichiara la poetessa Anna Maria Farabbi: Ho scritto questo canto da recuperante. Non come facevano gli uomini dopo la seconda guerra mondiale, sui monti dove si era tragicamente combattuto, per rivendere poi i pezzi trovati disinnescando le bombe, consapevoli di poter saltare in aria. Mi interessa il recupero come pratica esistenziale, sociale, ecologica, spirituale, politica. La mia origine culturale e il mio canto vivono due eredità: quella dei contadini di montagna e dei nomadi. In entrambe, agisce in permanenza la necessità del recupero. Recuperare è atto anticonsumistico di responsabilità: propone assoluta attenzione alla materia, alla creatura, alla cura, alla relazione, alla memoria, seminandola nel futuro. È un verbo coniugato al femminile.