La Stagione 2014-15 di Pubblico il teatro di Casalecchio di Reno, arricchita da due appuntamenti di Vie Festival in ottobre, propone in continuità con le passate stagioni una selezione di titoli firmati da autori contemporanei, impegnati a raccontare il presente.
Il primo appuntamento della Stagione è Le amanti del Teatrino del Giullare che incrocia Vie Festival con il Festival Focus Jelinek dedicato alla scrittrice austriaca premio Nobel della letteratura. Presentato in prima nazionale racconta le vite di due donne che trasformano l’amore in un’ossessione, nel vano tentativo di riscattare le loro insignificanti vite. Il secondo appuntamento di Vie Festival, anch’esso fuori abbonamento, è invece Jerusalem Plomb Durci, voyage halluciné dans une dictature émotionelle un lavoro del duo franco-israeliano Winter Family che indaga gli strumenti di manipolazione applicati dal governo israeliano per mantenere nella città di Gerusalemme un clima di paura e di tensione.
La Stagione in abbonamento si apre invece a novembre, nell’ambito di Politicamente Scorretto con Mutu, di Aldo Rapè. Premiato dalla stampa francese come miglior spettacolo straniero al Festival d’Avignon off del 2012, racconta la storia di due fratelli, uno prete e l’altro mafioso, che rappresentano a loro modo il rapporto tra religione e mafia. In dicembre, fuori abbonamento, John Doe di E/Gruppo Nanou, un lavoro che come in un racconto di Carver, racconta identità sconosciute e fugaci, presentando brevi sequenze coreografiche su cui è possibile immaginare una vita prima e dopo il “fotogramma” rappresentato.
A gennaio la stagione riprende con un lavoro molto interessante che mette insieme teatro, rock indipendente e fumetto: Cinque allegri ragazzi morti. Il musical Lo-fi. Episodio 1: L’alternativa + Episodio 2: La festa dei morti. Ideato dalla matita di Davide Toffolo, autore di graphics novel e componente della band Tre allegri ragazzi morti, lo spettacolo ha per protagonisti cinque liceali che, in seguito a un incidente mortale diventano zombie. La violazione delle regole imposte dal momdo dei morti viventi li porta a intraprendere un sofferto percorso di iniziazione, metafora della condizione esistenziale degli adolescenti.
Si torna alla prosa con I giocatori di Pau Mirò, testo vincitore del Premio Butaca 2012 come miglior testo in lingua catalana e Premio UBU 2013 come miglior novità straniera. A portarlo in scena Teatri Uniti di Napoli, con Renato Carpentieri, Tony Laudadio, Giovanni Ludeno e Enrico Iannello, che raccontano lo sfacelo umano e relazionale dei quattro personaggi protagonisti vittime della crisi.
Roberto Latini sarà protagonista, alla fine di gennaio, di due spettacoli: Ubu Roi e I Giganti della Montagna, due classici rivisitati in chiave contemporanea da un artista che ha trovato una cifra stilistica originale e molto apprezzata sui palcoscenici nazionali.
Un gradito ritorno sul palco di Pubblico Teatro è quello di Sandro Lombardi con la regia di Federico Tiezzi: Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler racconta il desiderio mai sopito del vecchio Casanova per le giovani donne, una tragicommedia che parla della coscienza moderna, attenta ai propri istinti e ai propri falsi valori nel tentativo di sfuggire alla vecchiaia e alla morte. Segue Furia Avicola di Rafael Spregelburd, l’autore e regista argentino che attraverso un teatro divertente e pieno di riferimenti alla cultura pop e televisiva riesce a realizzare una potente riflessione sul senso e le conseguenze della crisi nel nostro tempo. Lo spettacolo è parte del progetto A tutto Spregelburg dell’Università di Bologna che approfondirà, attraverso incontri e giornate di studio, la poetica e il lavoro di questo straordinario artista della scena.
Con Arancia Meccanica di Antony Burgess diretto da Gabriele Russo, in febbraio la musica pop, questa volta firmata da Morgan che ha elaborato una partitura musicale sul romanzo reso celebre dal film di Kubrick a cui ovviamente lo spettacolo rende omaggio.
L’ultima parte della Stagione è dedicata all’Africa e ai migranti. Antigone una storia africana è l’esito di un lungo percorso laboratoriale che il regista Massimo Luconi ha svolto in Senegal con ragazzi che hanno trovato nel teatro una reazione positiva a storie personali vulnerabili. Lo spettacolo, interpretato da attori africani in francese e in lingua wolof, sarà un’opportunità per incontrare un’Antigone contemporanea, a metà tra la tradizione dei villaggi africani e le immense bidonville che guardano verso i modelli della società capitalistica. E dell’Africa che si sposta verso le società avanzate economicamente parla Bilal. Nessun viaggiatore è straniero, tratto dal libro di Fabrizio Gatti e interpretato da Leonardo Capuano. Il metodo giornalistico di Gatti, che si mette in gioco in prima persona andando a lavorare tra i clandestini e viaggiando sui barconi della morte, è al centro di questo spettacolo di narrazione che ha l’obiettivo di raccontare le speranze e i sogni di chi intraprende quel lungo viaggio con la speranza di una vita migliore.
Chiude la stagione l’ultimo dei “Discorsi” di Fanny e Alexander, Discorso Celeste, che dopo la politica, la pedagogia, la religione, i diritti e la legge, parla del rapporto tra singolo e comunità, tra individuo e gruppo sociale. Cosa significa pubblico? Cos’ è bene comune? Quand’è che un gruppo raccolto attorno a un individuo può dirsi comunità?
Fuori abbonamento, in maggio, Tita Ruggeri presenta Bidone, di Luisa Grosso uno spettacolo teatrale per voce sola, anche se le voci sono tante, in cui la protagonista arrivata in anticipo a un appuntamento con un uomo sarà invasa da mille domande e voci che alla fine la porteranno a prendere una decisione che le cambierà la vita.
Non mancheranno, ovviamente i due appuntamenti con le operette di Corrado Abbati. Torna l’evergreen La vedova Allegra, e Un tè per due (no, no Nanette) famoso per la versione cinematografica con Doris Day.
Nell’immagine della stagione
Angelica Lidell fotografata da Luca del Pia
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