di David Ives
traduzione di Masolino D’Amico
regia Valter Malosti
con Valter Malosti e Sabrina Impacciatore
scene e disegno luci, Nicolas Bovey
progetto sonoro, G.U.P. Alcaro
costumi, Massimo Cantini Parrini
produzione Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti e Teatro di Dioniso,
in collaborazione con Infinito srl e Fondazione Teatro della Fortuna di Fano/AMAT
Thomas Novachek è regista e autore di una nuova commedia ed è alla disperata ricerca di una protagonista per il suo adattamento del romanzo Venere in pelliccia (Venus im Pelz, 1870) dell’austriaco Leopold Von Sacher-Masoch. Alla fine di una giornata di inutili audizioni troviamo Novachek al telefono che si sta lamentando della inadeguatezza delle attrici: nessuna di loro possiede lo stile necessario per il ruolo da protagonista. Improvvisamente, fuori tempo massimo arriva come un uragano Wanda Jordan. Su tacchi altissimi, vestita in modo volgare, apparentemente inadeguata e fuori parte, costringe il regista a farle un’audizione. Si scatenerà di fronte a Thomas un vortice di energia, sfrontatezza e ambizione, Wanda è disposta a pagare qualsiasi pegno e a compiere qualsiasi metamorfosi pur di venire ingaggiata per la parte della sua quasi omonima (Wanda von Dunajew) nella pièce di Sacher-Masoch/Novachek. E non si fermerà di fronte a nulla pur di ottenerla. Tra regista e attrice, vittima e carnefice, inizia un vertiginoso scambio di ruoli, un gioco elettrizzante di seduzione, potere e sesso tra due pure belve del palco, un duello teatrale in cui si sfumeranno pian piano i confini tra realtà e finzione. Pian piano le forze in campo si ribaltano rivelando in Wanda una vera dominatrice, lasciando Thomas, e noi spettatori, ostaggio di un finale enigmatico e misterioso; sospesi in una atmosfera a metà tra la brutalità tragicomica di certe tragedie antiche e David Lynch. Ma Venus in fur di David Ives si potrebbe anche definire una sorta di sexy dark comedy.
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