Mario Bianchi, Eolo ragazzi
ll Teatro ragazzi ci aveva già regalato due spettacoli di grande qualità sul tema, in questi anni molto sentito, del bullismo : “ Io me ne frego” della compagnia milanese Quelli di Grock e soprattutto “ Branco di scuola “ di Guido Castiglia di Nonsoloteatro, ambedue dedicati ai ragazzi più grandi, dove questo molesto fenomeno ha preso piede in modo preoccupante. Questa volta è Pino di Bello di Anfiteatro a toccare con grande sensibilità il tema, dedicandolo ai bambini più piccoli, offrendogli anche altri significati che vanno ben al di là del tema proposto. Lo spettacolo “ Un dito contro i Bulli” infatti, che trae ispirazione da “Il dito magico” di Roald Dahl, è il primo capitolo di un progetto intitolato “Piccole metamorfosi” che intende portare i giovani spettatori, attraverso la trasformazione dei personaggi narrati in altro da sé, a riflettere sui propri sentimenti e comportamenti e sull’importanza delle ragioni altrui.Lo spettacolo visto al festival, interpretato da una bravissima Naya Dedemailan con le musiche in scena ed il controcampo di Luca Visconti, narra di una bambina che possiede un involontario, ma straordinario potere, che si concentra tutto nel suo dito indice, che punta contro le persone che la fanno arrabbiare. trasformandole in personaggi repellenti.
È un dono che la bambina ha sin dalla nascita e che non riesce in nessun modo a controllare : Se assiste ad ingiustizie o ne è lei stessa vittima, oplà, il suo dito magico colpisce, con conseguenze sempre imprevedibili: Ora con il prepotente fratello ora con un amico troppo invadente o persino con una maestra troppo puntigliosa. Piccola e gracile come è, addirittura, si inventa un improbabile costume ed una maschera, proprio come gli eroi che popolano la sua e la fantasia di tutti i bambini.Ora che possiede tutto quello che è necessario per compiere un’ impresa più grande, quella del secolo , ne manca solo l’occasione. Ed essa si presenta immancabilmente davanti a lei quando , Leopoldo un compagno di scuola viziato e bulletto, che spadroneggia nella classe, aiutato nell’impresa da due suoi mastini, umilia ancora una volta il pacifico e sprovveduto Pippo che poverino, ha sempre usato nella vita invece armi assai spuntate per difendersi. Prima la nostra eroina spiega a Pippo che il compagno tanto temuto, non è altro che un ragazzo come lui, con le stesse esigenze e paure (ed è per questo che la stanza di Leopoldo vista per caso durante una festa ha gli stessi giocattoli e manifesti delle loro) , poi all’ennesimo sopruso, ecco che la vendetta si compie. Ma non è una vendetta fatta come al solito di piccola violenza, la trasformazione si presenta infatti in modo più profondo, come presa di coscienza da parte sia di Pippo, sia di Leopoldo, sia soprattutto di Anna, che non c’è dito che tenga ma sono solo il rispetto e la comprensione reciproca che possono sconfiggere la prepotenza.
La narrazione di Naya Dedemailan, intrisa di ironia e di commozione, restituisce appieno tutte le metamorfosi visive ed emozionali che tutti i personaggi possiedono, entrando direttamente nel vissuto dei piccoli spettatori, mettendoli davanti con semplicità ed immediatezza a alle numerose implicazioni che lo spettacolo, man mano, dissemina sui suoi passi.
Vimercate 2015, Giulio Bellotto
Roald Dahl e le sue metamorfosi: chi ben comincia…
Per il primo capito di Piccole metamorfosi, un progetto che intende portare i giovani spettatori a riflettere sui propri sentimenti e comportamenti attraverso la trasformazione dei personaggi narrati in altro da sé, Naya Dedemailan interpreta con forza e convinzione l’energica Anna, una bambina che possiede un grande potere tutto racchiuso nel suo dito indice. Come già Matilde, la simpatica e bistrattata protagonista del capolavoro dahliano “Un dito magico”, Anna si ritrova a dover gestire la grande responsabilità di avere un indice tanto straordinario dopo averne scoperto per caso le potenzialità: meglio non farla arrabbiare, Anna! Anche perché, al contrario di Matilde, lei non è per niente timida e non ci pensa due volte a raddrizzare a modo suo i torti di cui è testimone ogni giorno, accorgendosi infine che quando si tratta di sistemare i bulli, alla magia è preferibile la comprensione.
Un dito contro i bulli è uno spettacolo diretto e privo di superfluità, basato unicamente sull’accompagnamento musicale dal vivo del fisarmonicista Luca Visconti che contrappunta l’eccezionale presenza scenica dell’interprete principale. La regia di Giuseppe Di Bello conduce il gioco a buon fine calibrando attentamente i registri recitativi che ben si armonizzano per quasi tutta la durata dello spettacolo: il ritmo sostenuto non si sfilaccia e ci regala un ora di divertimento cui è sotteso un importante insegnamento. Capire le ragioni degli altri, ecco ciò che ci sprona a fare la storia di Anna. Si, anche quelle dei bulli.
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