Testo e regia Giuseppe di Bello
Con Naya Dedemailan Rojas Alvarez
Musiche dal vivo Luca Visconti
Produzione Anfiteatro
Dai 6 agli 11 anni
Lo spettacolo, che trae ispirazione da “Il dito magico” di Roald Dhal, è il primo capitolo di un progetto intitolato “Piccole metamorfosi” che intende portare i giovani spettatori, attraverso la trasformazione dei personaggi narrati in altro da sè, a riflettere sui propri sentimenti e comportamenti nei confronti degli altri e sull’importanza delle ragioni altrui.
Racconta la storia di una bambina, Anna, che possiede un involontario ma straordinario potere che si concentra tutto nel suo dito indice, che punta contro le persone che la fanno arrabbiare veramente; in quei momenti, vede tutto rosso e le viene improvvisamente un gran caldo dappertutto mentre dal dito magico si sprigiona una specie di lampo, una sorta di “giustizia” che si abbatte sul colpevole di turno trasformandolo e costringendolo a vivere situazioni bizzarre e imbarazzanti.
E’ più forte di lei. Se assiste ad ingiustizie o ne è lei stessa vittima, oplà, il suo dito magico spunta fuori e colpisce, con conseguenze esilaranti. Ma è con Leopoldo che Anna compie il suo capolavoro. Leopoldo è un compagno viziato e bulletto, che spadroneggia nella classe, umiliando tutti e soprattutto i più deboli. Tra questi, la sua vittima preferita è Pippo che chiama Mastrolindo per via del lavoro del padre. Anna, col suo dito magico, trasformerà Leopoldo costringendolo così, per un istante, nella condizione e nelle emozioni di coloro che abitualmente prendeva in giro. L’emozionante rovesciamento dei ruoli si conferma anche in questa storia come uno dei mezzi emotivi più efficaci per determinare un profondo cambiamento nei personaggi e così… un finale a sorpresa farà crescere in tutti, personaggi e pubblico, la consapevolezza che per combattere il bullismo non c’è alcun bisogno della magia.
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